Diffondere una nuova cultura del design e del progetto attenta alle diversità motorie e cognitive grazie all’ideazione oggetti, servizi e architetture inclusive, innovative e fruibili da tutti, soprattutto dalle persone colpite dalla malattia di Huntington. Questo l’obbiettivo di “Secondo nome: Huntington. Design for All, Design for Huntington”, la mostra in programma alla Triennale di Milano dal 29 giugno  al 30 luglio. L’appuntamento, realizzato da Triennale Design Museum, AICH Milano Onlus e Huntington Onlus con il patrocinio del Comune di Milano, è volto a sensibilizzare il pubblico e ad accendere una luce su questa malattia rara per la quale, ancora oggi, non esiste una cura.

La malattia di Huntington è una patologia ereditaria degenerativa del Sistema Nervoso Centrale che colpisce le persone tendenzialmente tra i 30 e i 50 anni andando a modificarne completamente le abitudini quotidiane, le capacità cognitive e l’autonomia, poiché è caratterizzata da movimenti involontari patologici, gravi alterazioni del comportamento e un progressivo deterioramento cognitivo. In Italia si stima che esistano 150.000 persone colpite direttamente o indirettamente dall’Huntington.

La mostra è articolata in due sezioni: una dedicata ai progetti dei vincitori del concorso under 35 “…ma così è la vita!Junior design contest”, l’altra ai progetti di designer, come Alessandro Guerriero, Lorenza Branzi e Nicoletta Morozzi, Lorenzo Damiani e Brian Sironi – solo per citarne alcuni chiamati a confrontarsi con la gestualità istintiva dei malati e con la loro forza quotidiana – raccontate in diversi scenari domestici.

 

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati