L’azienda H&M, leader del settore del fast fashion, lo scorso 19 maggio ha comunicato ai sindacati l’apertura di una procedura di licenziamento collettivo dichiarando 89 lavoratori in esubero, a fronte della decisione di chiudere 4 punti vendita in Italia, di cui due a Milano. I negozi milanesi destinati alla chiusura sono lo storico negozio di Piazza San Babila e il negozio di Porta Venezia-

“Le OOSS fin da subito hanno considerato inaccettabile la pesante messa in discussione occupazionale da parte di un’azienda in crescita e florida, richiedendo l’immediato ritiro della procedura. Durante il primo incontro della procedura di licenziamento collettivo l’azienda ha confermato invece la decisione di chiudere i punti vendita e ha ribadito di non poter ricollocare gran parte dei lavoratori, questo nonostante su Milano e provincia ci siano ben 16 negozi e sul territorio nazionale circa 150” affferma la Cgil.

“Riteniamo gravissima e ingiustificata la posizione di H&M, azienda in continua espansione, che ha in programma diverse aperture e che non eÌ certo in crisi; solo nel 2016 l’azienda svedese ha chiuso con 756 milioni di ricavi e 16 milioni di utile. Ancor piuÌ grave se si considera l’esorbitante utilizzo di lavoratori a chiamata, che sono quasi il 30% dei dipendenti totali dell’azienda e che la stessa continua ad assumere e ricercare nonostante la comunicazione dei licenziamenti. E’ chiarissimo che la strategia di Hm e’ quella di licenziare i lavoratori con i vecchi contratti per sostituirli con contratti a chiamata anche in vista delle nuove aperture in programma. Per tutto cio, le organizzazioni sindacali  proclamano uno sciopero di tutti i lavoratori di HM per l’intera giornata di sabato 10 giugno con un presidio dalle ore 10 alle ore 12.30 davanti al negozio di Piazza San Babila”

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