C’era una volta un Paese che raccontava sempre un pezzo di verità. Adesso io mi chiedo davvero che cosa stia succedendo all’Italia. E’ possibile mai che stiamo andando avanti da settimane a parlare di una inchiesta della quale nessuno ha capito nulla (un po’ come la P3 e la P4, ve le ricordate? Se sì, vi sfido a riassumerle), ecco, come dicevo una inchiesta della quale nessuno ha capito nulla se non che è coinvolto il papà di Renzi. Che ieri e oggi è finito sui giornali per una intercettazione nella quale il figlio, incavolato come una bestia, lo rimprovera e alla fine gli raccomanda di dire la verità. A me del rapporto tra padre e figlio non interessa nulla, giacché sono fatti dei due Renzi, quel che non capisco è dove sia sparito Gentiloni, in tutto questo, giacché che cosa stia facendo il governo mentre nel frattempo procure, giornali, grillini, piddini eccetera litigano su cose di cui ce ne frega poco, non mi è chiaro. Ma veniamo a Milano, dove infuria il tema della mafia, le cosche, la Lidl e tutto il resto. Ecco, c’è un dettaglio che nessuno ha sottolineato, ieri, in quell’inchiesta. La dipendente comunale di Palazzo Marino finita nei guai era una signora che già nei primi anni 2000 aveva patteggiato per truffa. In pratica, aveva timbrato per 300 volte l’entrata anticipata al lavoro e poi era stata accusata di violenza privata per aver intimidito il suo responsabile affinché non dicesse nulla. La signora patteggia e poi nel 2012 che cosa succede? Che viene promossa capoufficio, in gergo specifico si chiama posizione organizzativa. Fantastico. Una promozione non dovuta, ma proprio ad hoc, personale. E nel 2016 viene riconfermata. Bellissimo. Ora io mi chiedo, giacché queste sono promozioni e pratiche da dirigenti di basso livello, e non certo imputabili ai dirigenti apicali o ai politici, qualcuno pensa di andare a prendere per le orecchie il genio che l’ha promossa oppure lasciamo in croce i politici e i dirigenti pubblici sempre al di sopra di ogni sospetto?

Print Friendly, PDF & Email