C’era una volta un Paese dove tutti potevano farcela. Che bel Paese. Che Paese delle opportunità. Un Paese dove guarda caso la figlia poco più che ventenne del supermega direttore, in un mercato come quello giornalistico dove non c’è più un’assunzione da 10 anni, scrive sul settimanale prestigioso appena lanciato. Bravissima. Dove il fratello della ministra lavora in Banca, dove l’altro fratello lavora in un notissimo studio legale. Un Paese dove tutti possono farcela. Anche in Lombardia, dove con la licenza media (inferiore, non superiore), è stato scelto come nuovo Difensore Regionale Carlo Lio. Del resto, la politica aveva stabilito che un mandato da assessore vale come una laurea. Hanno capito tutto. Ma proprio tutto. In effetti, se fai l’assessore regionale per un mandato cinque anni li hai impiegati, a meno di non cadere prima per qualche disavventura tipo inchieste o altro. A differenza della laurea, dove paghi e ti fai pure il culo, da assessore i soldi li prendi, e pure tanti. Quindi, il nuovo Difensore Regionale, che bell’incarico. Sette anni assicurati con uno stipendio da oltre 100mila l’anno. Peccato che per difendere la gente ci vorrebbe un avvocato – pensa qualcuno. Macché, basta la terza media. E nessuno ne parla, nessuno dice niente. Ora, a quelli che dicono che su Facebook sono tutti scemi quelli che pretendono di dire la loro sui vaccini, sulla medicina, che sono pesti grilline quelli che pretendono, senza sapere usare il verbo avere, di confrontarsi con i professoroni. Ecco, a chi si scandalizza io rispondo che devono stare zitti. Se uno con la terza media può fare il Difensore Regionale, come minimo il mio panettiere può pretendere di discettare di dna con il primario dell’Humanitas. E poi si lamentano dell’antipolitica.

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