C’era una volta un Paese che premiava il merito. L’Italia è un Paese ben strano. Dove il merito, effettivamente, si fa strada. Non si può pensare altrimenti, visto che in Italia c’è il più alto tasso di bellezza, e invenzione, e genio del mondo. E tutti ce lo riconoscono. Pare però che ci impegniamo a rendere la vita difficile al merito, cosicché laddove emerga, sia davvero una sorta di highlander che manco Cristopher Lambert. In Italia, per dirne una, c’è un ministro, ovvero il ministro all’Istruzione, che non è laureato. E che pretende dai giornalisti di essere chiamata ministra. Pure con una certa spocchia, a dirla tutta. In Italia c’è un ente, il Pirellone, che deve selezionare il difensore civico, una figura assolutamente inutile, giacché basterebbero gli uffici preposti, assolutamente costosa, giacché ha uno stipendio di oltre 100mila euro l’anno. Beh, che cosa succede? Che i consiglieri in questi giorni dovranno votare in una lista di 14 nomi. Dove il più accreditato e sostenuto politicamente, anche da un ex ministro di Forza Italia, è un signore che ha la terza media. Dove la possibile sostituta si è laureata un paio d’anni fa con e-campus. Adesso le forze politiche sono un po’ in imbarazzo: che facciamo? In effetti tra quei 14  nomi che possiamo sostenere? Ecco, che bel Paese l’Italia. Anche quando c’è un posto ben pagato in difesa dei cittadini, si pensa subito di metterci un politico trombato. E poi parliamo del populismo. Ah, a proposito dei 5 stelle: l’ho sempre detto io che andare dietro a inchieste ancora in corso, specialmente a quelle di Woodcock, è una cosa rischiosa. Ora che un capitano dei carabinieri è stato accusato di aver falsificato le prove contro il papà di Renzi che cosa diciamo? Che abbiamo scherzato? Chi gli rende l’onore?

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