C’era una volta l’Europa. Confesso che nella ricorrenza dei Trattati di Roma, del 1957, che di fatto sanciscono l’avvio del lungo cammino che ha portato all’Unione Europea, ci vedo poco di buono. Non voglio essere populista, perché non lo sono di natura e ritengo le soluzioni populiste, semplicemente delle non-soluzioni. E le non-soluzioni non solo non risolvono i problemi ma li aggravano. Detto questo, l’Unione Europea è stata una grande speranza. L’idea che i popoli di questo continente, in assoluto i più ricchi, i più litigiosi, i più avanzati, quelli che hanno fatto venir fuori due guerre mondiali, ecco, che questi popoli potessero unirsi per partorire qualcosa di nuovo, come una pace duratura, è di fatto morta. E’ morta seppellita dalla moneta unica, che è stata una buona idea, almeno per me, ma che avendola gestita la Germania ci ha portato in una situazione tremenda. E’ stata cacciata via la Grecia. La Gran Bretagna ha deciso di uscire. I paesi dell’Est sono in preda a rigurgiti di nazionalismo fascista. Noi abbiamo le mani legate e quel peccato originale del debito pubblico dà tutto il potere in mano ai tedeschi. Insomma, in cinquant’anni io ricordo una sola cosa davvero positiva, indiscutibilmente positiva: l’Erasmus che ha fatto viaggiare ed evolvere una intera generazione. Chissà mai che quando questi vecchi burocrati non si saranno fatti da parte sarà proprio l’Erasmus a salvare l’idea di Europa.

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