“Il tema dell’innovazione in quella che viene definita la 4′ rivoluzione industriale è certamente di grandissima attualità. Regione Lombardia ha deciso di essere in campo, con coraggio e determinazione, investendo sulla libertà, sulla creatività e sull’entusiasmo delle imprese e dei
ricercatori”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Open innovation, Luca Del Gobbo, intervenendo al workshop ‘L’innovazione per l’industria 4.0’.
In questo contesto, la nuova legge regionale “Lombardia è Ricerca e Innovazione” è
strutturata proprio per dare una spinta ancora più decisa ad un ricco ecosistema, completando un percorso di sostegno al tessuto economico lombardo iniziato proprio nel 2014 e che caratterizza l’attuale legislatura.
“In Lombardia, infatti – ha continuato Del Gobbo –  esiste un territorio già fertile di
iniziative, progetti e buoni risultati, che hanno nella ricerca e innovazione la loro forza propulsiva. La Regione, in linea con i principi di libertà e sussidiarietà che l’hanno sempre
guidata, non si sostituisce a chi fa impresa, ma assume un ruolo più forte di governance e coordinamento di quelle esperienze positive che esistono, che generano lavoro, innovazione e ricchezza ancora prima che una iniziativa legislativa fissi delle norme”.
Da qui ne deriva anche un criterio attraverso cui misurare l’efficacia degli interventi statali. Il Piano nazionale Industria 4.0, secondo l’assessore, al di là degli importanti incentivi e misure di de-fiscalizzazione, non si limiterà ad essere “un evento spot promosso nell’ultimo anno di legislatura se verrà inserito, da chi l’ha promosso come da coloro che gli succederanno, in un contesto più ampio di interventi in cui il ruolo della politica si limita appunto a coordinare”.
LA TRASFORMAZIONE DEL LAVORO – Che cosa? Un sistema complesso in cui già sta avvenendo la trasformazione del lavoro, che passa sempre di più dal paradigma del rapporto subordinato tra datore e dipendente a quello centrato sullo scambio tra salario e raggiungimento di obiettivi. “Questo nuovo modello di lavoro, che non è una previsione ma una realtà di fatto, sarà garantito – ha chiarito Del Gobbo – solo dall’investimento
nell’innovazione e nella ricerca e dalla proporzionale crescita e acquisizione di nuove e specifiche competenze nei settori legati alla propria produzione”.
Un vero ‘Piano per l’industria 4.0’, pertanto, funzionerà quanto più chi governa e
amministra saprà cogliere la sfida di un mondo che cambia. Dalla regolazione del mercato del lavoro, a quello della formazione di giovani maestranze specializzate e al rapporto tra scuola e mondo delle imprese, alla formazione on the job, alla riqualificazione professionale e alla transizione tra diversi  posti di lavoro fino al tema della rilocalizzazione di imprese
manifatturiere andate all’estero negli ultimi decenni. “Solo chi saprà mettere in campo una serie di misure che abbiano un approccio globale e inclusivo di tutte queste materie – ha
concluso Del Gobbo – saprà vincere quella sfida.
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